Opere monumentali del passato, da cui è impossibile prescindere se si vuole approfondire lo studio di alcuni francobolli, e scritti più o meno moderni, che hanno aggiunto tasselli risolutivi per dubbi ed incertezze, risultano manifestamente viziati da un naturale “peccato originale” ovvero l’assenza quasi totale di oggettività scientifica derivante dall’indisponibilità di strumenti tecnolo-gici idonei. Basti pensare a come oggi una riproduzione ad alta risoluzione e con particolari grafi-camente evidenziati possa fornire al collezionista, anche in fase di acquisizione, la certezza identi-ficativa dell’oggetto. In tale ottica propongo la pubblicazione di “schede” che presentino con testi dettagliati, sulla scia degli studi fino ad oggi pubblicati, supporti grafici di evidenza immediata.
REGNO DI NAPOLI: DIFETTI DI INCISIONE DEL FRANCOBOLLO DA 2 GRANA
Perché “Regno di Napoli”? Forse perché la materia si presenta particolarmente idonea, forse perché affascinato dallo studio di E. Diena, forse per spirito campanilistico oppure, più probabil-mente, per tutte queste motivazioni. Comunque sia, eccomi a proporre una prima scheda sui “difetti di incisione del francobollo da 2 grana” con un propedeutico cenno, considerando fondamentale la genesi tecnica, sulla preparazione delle tavole per la stampa calcografica dei francobolli.
In calcografia il disegno che si vuol riprodurre sul francobollo viene eseguito a mezzo incisione su acciaio morbido così da ottenere il conio che, una volta temprato, consente di ottenere, tramite pressione, il calco in positivo su cilindro di acciaio morbido. Il cilindro, a sua volta temprato, costituisce la matrice da cui riprodurre la tavola che servirà per la stampa.
Purtroppo nella fattispecie, essendo sul cilindro riprodotto un solo francobollo, si doveva ne-cessariamente procedere al riporto per rotazione manuale del cilindro stesso tante volte quanti erano gli esemplari da riprodurre sulla tavola (200 francobolli in 2 gruppi di 10×10) che sarebbe servita per la stampa dell’intero foglio. Siffatta metodologia portava ad una serie di “disfunzioni”: capitava che l’impressione di ciascun calco sulla tavola risultasse imprecisa in termini di allinea-mento così da generare incisioni multiple per “ripasso” del cilindro, come nei francobolli da 5 grana della 1^ Tav., oppure che la pressione non costante producesse esemplari meno inchiostrati. Possi-bile anche che il cilindro, slittando maggiormente in alcuni punti oppure perché vi si aderisse un pezzetto d’acciaio, producesse qualche incisione “indesiderata”. Disfunzioni e accidenti sicura-mente interessanti dal momento che hanno prodotto, in fase di stampa, francobolli mai uguali pur nella stessa tavola così che, mentre per la maggior parte è possibile stabilire solo l’appartenenza al gruppo di sinistra o destra, per alcuni si può determinare l’esatta posizione che avevano nel foglio (il cosiddetto plattaggio).
Il lettore potrà dunque ben comprendere che i segni, peculiari di ciascun francobollo, non sono riconducibili a varietà né tanto meno si può parlare di posizioni rare o comuni poiché, per ogni tavola, tali segni sono stati tutti e sempre ripetuti su ciascun foglio stampato.
Purtroppo, benché il 2 grana sia un francobollo comunissimo, noto spesso che la pseudo-rarità delle posizioni ne fa lievitare la quotazione come se alcune fossero di maggiore rarità perché og-gettivamente presenti in minore numero.
I TAVOLA – POSIZIONE 16 DEL GRUPPO DI 100 DI SINISTRA
Sono diversi i segni che contraddistinguono questa posizione. Tra quelli maggiormente evidenti:
- Triangolo inferiore sinistro ripetuto più in alto.
- Triangolo inferiore destro anch’esso ripetuto più in alto, ma più debole rispetto a quello di sinistra.
- Fievoli linee verticali che partono dal triangolo superiore destro fino alla “O” di “NAPO-LETANA”.
- Striature di colore subito adiacenti alla linea di riquadro verticale di sinistra.
- Riga di colore al di sotto del triangolo superiore sinistro.
Sebbene sia una delle posizioni in cui molto evidenti sono i difetti di incisione, differenti tinte e maggiore usura della tavola “mascherano” alcuni segni invece che altri. Anche in tal caso il collezionista potrà facilmente riconoscere tale posizione attraverso l’individuazione dei segni indicati con i numeri 1 e 4, poiché sempre presenti nella posizione “16”. Sicuramente il motivo di tali difetti è spiegabile nel non corretto allineamento della primaria incisione rispetto alle incisioni adiacenti: l’operatore, accortosi dell’errore, ha grattato via dalla tavola i solchi (non completamente) per poi effettuare un altro riporto, questa volta maggiormente allineato verticalmente.
da “Il Foglio n. 188”